...altrimenti poi prende il vizio!
“Non lo prendere in braccio altrimenti poi prende il vizio”.
La prima volta che mi son sentita dire questa frase mio figlio aveva tre giorni, subito mi sono sentita a disagio, mi sono chiesta se quel bisogno di cure fosse eccessivo, se ero una buona mamma e se stessi facendo la cosa giusta per lui. Così mi sono chiesta: "Ma cosa vuol dire questa parola?"
Le definizioni che si trovano sul vocabolario recitano: VIZIO 1.”Incapacità del bene, abitudine e pratica del male.” 2. “Abitudine profondamente radicata che determina nell’individuo un desiderio quasi morboso di cosa che è o può essere nociva”. 3. “Abitudine non buona, difetto fastidioso ma non grave”
La definizione di vizio non corrisponde dunque in realtà ad una relazione madre-bambino, infatti secondo quanto riportato dal dizionario il vizio è un comportamento negativo che si apprende con la ripetizione. E' curioso notare come molti genitori però abbiamo timore di viziare i loro figli prendendoli in braccio, come se questocomportamento di cura potesse far apprendere al bambino un “brutto” atteggiamento. Tale credenza però va in totale contrasto con quelli che sono gli studi sul comportamento umano (vedi J. Bowlby e la teoria dell'attaccamento, 1969), essi dimostrano che più si rassicura, coccola e tiene vicino un bambino nei primi anni di vita più esso si sentirà di avere una base sicura di partenza per l'esplorazione del mondo.
In un esperimento fatto con dei cuccioli di scimmia (H. Harlow, 1958) si è notato che i cuccioli allontanati dalla madre in tenerissima età se non ricevevano affetto e calore si lasciavano morire di fame. Per il bambino dunque il contatto fisico è importantissimo proprio per la sua sopravvivenza.
I “cuccioli” di uomo nascono prematuri rispetto moltissime altre specie animali, infatti a differenza di altri mammiferi che dopo poche ore già sono in grado di camminare, l'uomo prima di raggiungere l'autonomia ha bisogno di un lunghissimo processo di apprendimento. L'indipendenza è dunque un processo che si acquisisce lentamente, lo prevede la nostra specie. E' un diritto dei bambini pertanto farlo con lentezza. E' essenziale, importante, non forzare l'autonomia, ma rispettare i bisogni di contatto del bambino. Aiutare i bambini a sentirsi sicuri e protetti, tramite il contatto fisico e non solo con le parole, permetterà loro di sentirsi capaci di affrontare il mondo.
Prendere in braccio il proprio bambino per rassicurarlo non va dunque etichettato come un gesto sbagliato, ma preso per quello che è: un gesto di cura.
dott.ssa Fabiola Carboni